Come gestire le risorse umane nelle aziende energetiche


Qual è il valore di una gestione ottimale delle risorse umane nelle aziende energetiche? Come possono le aziende energetiche affrontare le sfide del futuro, garantendo al contempo sostenibilità, innovazione e competitività? 

Per fronteggiare sfide come normative stringenti, nuove tecnologie e una crescente domanda energetica, il settore energetico necessita sempre più di una gestione strategica delle risorse umane.

Il dipartimento HR in questo settore, infatti, ha il compito di ottimizzare le risorse, migliorare la produttività e garantire concorrenzialità attraverso l’adattamento rapido ai cambiamenti normativi.

Oltre alla gestione operativa, i dipartimenti di risorse umane hanno anche il compito di promuovere una cultura aziendale positiva, attrarre e fidelizzare talenti, e integrare pratiche sostenibili che supportino l’intero ecosistema aziendale.

In questo approfondimento esploreremo nel dettaglio come i dipartimenti HR possono contribuire in maniera positiva al successo delle aziende energetiche, affrontando le sfide uniche del settore e promuovendo un futuro più sostenibile e innovativo.

Il ruolo strategico delle risorse umane nelle aziende energetiche

Partiamo da un presupposto: nel settore energetico, le risorse umane non sono semplicemente un dipartimento che gestisce il recruiting, la formazione e l’amministrazione del personale.

Il settore energetico, infatti, richiede una gestione HR che vada oltre la semplice operatività quotidiana.

L’obiettivo è allineare strettamente le competenze del personale con la strategia aziendale, che include innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale, al fine di offrire soluzioni luce e gas competitive e allineate con le esigenze ambientali.

I responsabili HR devono lavorare a stretto contatto con la leadership aziendale per garantire che le strategie di gestione del personale siano allineate con gli obiettivi aziendali, tra cui l’integrazione di pratiche sostenibili e innovative. Questo include:

  • Pianificazione strategica delle risorse umane: identificare le competenze necessarie per supportare le future esigenze aziendali, con particolare attenzione a quelle che facilitano l’innovazione e l’adozione di pratiche sostenibili. I responsabili HR devono sviluppare piani per sviluppare tali competenze, assicurando che l’azienda possa affrontare le sfide del settore.
  • Gestione del cambiamento: facilitare l’adozione di nuove tecnologie e pratiche sostenibili, promuovendo una cultura aziendale che valorizzi l’adattabilità e la collaborazione. Il dipartimento di risorse umane deve essere pronte a guidare il cambiamento, garantendo che i dipendenti siano ben preparati a implementare soluzioni innovative che migliorino l’efficienza operativa e riducano l’impatto ambientale.
  • Supporto all’innovazione: creare un ambiente che promuova l’innovazione e incoraggi i dipendenti a proporre nuove idee e soluzioni. Gli HR manager devono facilitare l’apprendimento continuo e la sperimentazione, integrando la sostenibilità come valore centrale nella cultura aziendale. Ciò include l’offerta di programmi di formazione specifici e incentivi per premiare le idee innovative, che contribuiscano alla competitività dell’azienda.

I dipartimenti di risorse umane, infine, svolgono un ruolo chiave nella promozione della sostenibilità all’interno dell’azienda, assicurando che le politiche aziendali riflettano un impegno verso pratiche ambientali responsabili e che la forza lavoro sia allineata agli obiettivi di sostenibilità.

Questo include l‘integrazione di tali pratiche nei processi quotidiani, la formazione tecnica e la promozione di una cultura aziendale che valorizzi l’adattabilità, la collaborazione e il miglioramento continuo.

Le sfide nella gestione del personale nelle aziende energetiche

Come abbiamo visto, quindi, la gestione del personale nel settore energetico richiede soluzioni innovative per affrontare sfide uniche.

Queste sfide derivano dalla natura stessa del settore, caratterizzato da operazioni su vasta scala, presenza globale e rigide normative ambientali e di sicurezza.

Una delle sfide principali, infatti, è che le aziende energetiche spesso operano in più regioni del mondo, con impianti e uffici situati in località remote o in paesi con condizioni socio-economiche e normative molto diverse tra loro.

Tutto questo richiede una solida infrastruttura tecnologica per garantire una comunicazione fluida e strumenti di collaborazione avanzati che facilitino il lavoro di squadra a distanza, accentuando la necessità di:

  • Coordinamento internazionale: i responsabili HR devono garantire una gestione coerente del personale in tutte le sedi, assicurando che le politiche aziendali siano adattate alle normative locali senza compromettere gli standard aziendali globali.
  • Comunicazione efficace: È fondamentale sviluppare canali di comunicazione efficaci per collegare il personale disperso geograficamente, promuovendo la collaborazione e la coesione tra team distribuiti.

Il settore energetico, inoltre, richiede competenze altamente tecniche e specializzate, spesso in aree come l’ingegneria, la geologia e la gestione ambientale. Tuttavia, queste competenze sono anche altamente richieste in altri settori, rendendo difficile per le aziende energetiche attrarre e trattenere i migliori talenti. Ecco quali strategie poter adottare:

  • Offerte di lavoro competitive: i responsabili del personale devono sviluppare pacchetti di compensazione e benefit attraenti per competere con altre industrie.
  • Piani di sviluppo professionale: le aziende devono offrire opportunità di crescita e sviluppo professionale, nonché programmi di mentoring e formazione continua, per mantenere alta la motivazione e ridurre il turnover.

Infine, il settore energetico è altamente regolamentato, con normative che coprono vari aspetti delle operazioni, dalla sicurezza dei dipendenti alla protezione ambientale. La non conformità può comportare gravi conseguenze legali e reputazionali.

Proprio per questo motivo, un dipartimento di risorse umane in un azienda energetica dovrà sempre tenere conto di questi aspetti:

  • Formazione e aggiornamento: i responsabili HR devono offrire corsi aggiornati e garantire formazione continua per preparare i dipendenti alle sfide future.
  • Monitoraggio e auditing: implementare sistemi di monitoraggio e auditing per assicurarsi che tutte le operazioni aziendali rispettino le normative vigenti.
  • Coordinamento con gli altri dipartimenti: gli HR manager devono coordinarsi e aggiornarsi in maniera continua con gli altri dipendenti e assicurarsi che tutti rispettino le normative, avendo una visibililità completa sulle azioni portate avanti in tutte le sedi.

La conformità normativa non riguarda solo il rispetto delle leggi esistenti, ma anche l’adozione proattiva di best practice e l’adeguamento alle normative emergenti.

Strumenti e tecnologie per ottimizzare la gestione delle risorse umane

Per i dipartimenti di risorse umane nel settore energetico, l’uso di strumenti e tecnologie avanzati è essenziale per gestire in modo efficiente il personale e ottimizzare le operazioni aziendali.

L’aggiornamento costante sulle ultime tendenze tecnologiche è essenziale per implementare soluzioni che migliorino la gestione HR e supportino gli obiettivi di sostenibilità aziendale.

Quali strumenti possono aiutare le HR a gestire il personale in modo più efficace ed efficiente?

  • Software HR: le piattaforme di gestione delle Risorse Umane consentono di automatizzare molti processi, liberando tempo per questo tipo di attività strategiche. Questi strumenti supportano l’azienda nell’implementazione di pratiche sostenibili, gestendo in modo efficiente le risorse umane e facilitando la conformità alle normative ambientali.
  • Analisi dei dati: l’uso di strumenti di analisi avanzati permette di monitorare le prestazioni dei dipendenti e identificare aree di miglioramento, facilitando l’adozione di soluzioni innovative. Ad esempio, l’analisi predittiva può essere utilizzata per anticipare le esigenze future, supportando l’integrazione di nuove tecnologie e pratiche sostenibili che migliorano la competitività aziendale.
  • Gestione della comunicazione: strumenti di collaborazione interna e comunicazione facilitano il lavoro di team distribuiti, migliorando la coesione e l’efficienza. Utilizzare piattaforme di messaggistica interna non solo ottimizza la comunicazione, ma contribuisce anche alla diffusione di una cultura aziendale che promuove l’innovazione e la sostenibilità, incoraggiando la condivisione di idee e soluzioni innovative tra i dipendenti.

Per promuovere un ambiente di lavoro innovativo, i dipartimenti HR possono implementare iniziative specifiche come:

  • Collaborazione cross-funzionale: incentivare la collaborazione tra diversi dipartimenti e aree funzionali per promuovere la contaminazione di idee e approcci innovativi.
  • Ambienti di lavoro stimolanti: creare spazi di lavoro e ambienti che stimolino la creatività e il pensiero fuori dagli schemi, come aree di brainstorming e laboratori di innovazione.

Per supportare l’adozione di queste tecnologie avanzate, è cruciale che le HR investano in programmi di formazione continua e sviluppo professionale per i propri dipendenti.

Formazione e sviluppo per il successo delle aziende energetiche

La formazione continua, quindi, è essenziale per mantenere l’innovazione e la conformità in un settore in rapida evoluzione come quello energetico.

I dipartimenti di risorse umane nelle aziende energetiche, quindi, devono offrire programmi aggiornati che preparino i dipendenti alle sfide future. Ad esempio, possono promuovere la formazione offrendo:

  • Corsi di aggiornamento: offrire corsi e workshop sulle ultime tecnologie e best practices.
  • E-learning: implementare soluzioni di formazione a distanza per aggiornamenti flessibili.
  • Mentorship: programmi di mentorship per supportare i dipendenti meno esperti.
  • Percorsi di carriera: offrire percorsi di crescita definiti per motivare i dipendenti a crescere.

Infine, è bene ricordare che la sicurezza è una priorità nel settore energetico.

I dipartimenti HR devono garantire formazione continua e aggiornamenti sulle migliori pratiche per evitare il rischio di incidenti sul lavoro che potrebbero avere gravi ripercussioni sui dipendenti e sull’azienda intera. 

  • Corsi di sicurezza: implementare corsi obbligatori con aggiornamenti periodici.
  • Simulazioni e drill: eseguire regolarmente simulazioni di emergenza per preparare i dipendenti.

Il futuro della gestione delle risorse umane nelle aziende energetiche

In sintesi, la gestione delle risorse umane nel settore energetico è sempre più strategica, guidando le aziende verso un futuro sostenibile, innovativo e competitivo.

Affrontando le numerose sfide con una gestione delle risorse umane all’avanguardia, le aziende possono garantire un futuro prospero per sé stesse e per il pianeta.

Le imprese che sapranno adottare un approccio proattivo e innovativo nella gestione delle risorse umane saranno meglio equipaggiate per affrontare le sfide future, assicurandosi un ruolo di leadership nel settore energetico.

Inoltre, investire in pratiche HR sostenibili e innovative non solo rafforza l’azienda, ma contribuisce anche a creare un impatto positivo più ampio, migliorando il benessere delle comunità in cui operano e proteggendo l’ambiente per le generazioni future.

Il successo delle aziende energetiche dipenderà sempre più dalla loro capacità di integrare questi valori nel cuore delle loro operazioni.

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cosa aspettarti e le domande frequenti


Ti sei mai trovato ad affrontare un colloquio di lavoro senza sapere cosa aspettarti? Non sai quali posso essere le domande aspettarti?

Preparare un colloquio di lavoro non è mai semplice. Ci sono molti fattori che possono influenzare l’andamento dell’intervista con il recruiter e, a volte, i candidati compiono inconsapevolmente qualche errore fatale che riduce al minimo le chance di ottenere un’offerta di lavoro.

In questo approfondimento vedremo le nozioni più importanti del colloquio di lavoro, quali domande aspettarsi e come rispondere al meglio, anche a quelle a trabocchetto.

Come affrontare un colloquio di lavoro

Un’azienda a cui sei particolarmente interessato ti ha chiamato per un colloquio di lavoro e non sai da dove iniziare a prepararti? Hai paura di non riuscire a mantenere i nervi saldi e vedere sfumata una importante possibilità?

Partiamo da un presupposto: essere tesi prima di un colloquio di lavoro è un’esperienza comune. Il nervosismo è fisiologico e i recruiter sono abituati a gestire il talento e consapevoli della tensione che può accumulare un candidato e, se sono competenti, faranno sempre del loro meglio per metterlo a proprio agio e mostrare il meglio di sé.

Ci sono, però, fattori che possono essere controllati e che ti aiuteranno a sentirti più sicuro di te nel momento dell’intervista, permettendoti di evidenziare le tue doti e la tua esperienza nel modo migliore.

L’elemento fondamentale è la preparazione:

  • Cerca di comprendere bene cosa è richiesto nella posizione lavorativa e quali sono i valori e la mission dell’azienda.
  • Esponi in maniera chiara le informazioni presenti nel curriculum, presentandoti al colloquio con un pitch già pronto riguardo le tue capacità e la tua esperienza.
  • Presentati in maniera professionale e in orario per evitare una brutta prima impressione.
  • Non pretendere da stesso/stessa la perfezione. È fisiologico commettere errori oppure non riuscire ad esprimere al meglio i concetti, non lasciarti distrarre se ti accorgi di non aver dato il massimo in una fase del colloquio.
  • Esercitati a utilizzare il metodo STAR (Situazione, Task, Azione, Risultato) per strutturare le tue risposte in modo logico e completo, prendendo spunto da esperienze passate.

Le fasi del colloquio di lavoro

Affidandosi alla classica struttura narrativa, come se fosse fondamentalmente una storia, il colloquio deve avere tre fasi: un’introduzione, uno sviluppo e un epilogo.

Ciascuna di queste fasi offre l’opportunità al candidato di mettere in luce le proprie potenzialità, come può integrarsi nel team e come può contribuire al successo dell’azienda.

Introduzione

Il colloquio inizia con una fase di apertura in cui si stabilisce il primo contatto.

In questa parte è fondamentale fare una buona impressione, dimostrando sicurezza e simpatia. Il tuo linguaggio del corpo, il tono di voce e il modo in cui ti esprimi sono tutti elementi che verranno notati.

Durante questa fase, avrai l’occasione di chiarire tutti i dettagli relativi alla posizione per cui ti sei candidato, così da avere una visione chiara delle aspettative.

Sviluppo

Man mano che il colloquio procede, il focus si sposta sulle tue competenze e sulla tua esperienza.

È importante che tu percepisca questa parte come una conversazione più che un interrogatorio. Non preoccuparti di dover dare risposte perfette: quello che conta è essere sinceri e mostrare la tua autenticità.

Anche se potrebbe non sembrare evidente, il selezionatore valuterà non solo cosa rispondi, ma anche come lo fai. Il modo in cui gestisci le domande, il tuo tono e la tua capacità di reagire a domande inattese possono dire molto di te.

Conclusione

Alla fine del colloquio, è normale voler sapere quali saranno i prossimi passi.

In questa fase, dovresti ricevere informazioni su quando e come riceverai una risposta.

Se non dovesse andare come speravi, cerca comunque di trarre il massimo dall’esperienza. Sapere che la tua candidatura non è stata accettata non è mai facile, ma è importante che ti venga comunicato in modo professionale e nei tempi giusti.

Ricorda, anche se il risultato del colloquio potrebbe non essere quello desiderato, ogni esperienza ti aiuta a crescere e a prepararti meglio per la prossima opportunità.

Domande frequenti ai colloqui di lavoro

Naturalmente, a seconda del tipo di azienda, della sua cultura, dello stile organizzativo e comunicativo, del tipo di posizione e del meccanismo del colloquio di lavoro, le domande possono variare in modo significativo.

Bisogna però sempre tenere presente che il colloquio di lavoro deve servire, tra l’altro, per poter comprendere se un candidato è allienato con gli obiettivi e la cultura lavorativa del team.

Per questo motivo, a prescindere da che tipo di lavoro si debba fare, le domande di un HR si incentreranno su:

  • Comprendere la formazione professionale e informarsi sull’esperienza lavorativa.
  • Capire quanto il candidato sa dell’azienda e del settore.
  • Quali sono le aspettative sul ruolo, sia a livello di lavoro sia a livello di salario.
  • Al di fuori dello stipendio, quali sono le motivazioni principali per il candidato.
  • Conoscere le caratteristiche caratteriali della persona, come affronta le situazioni avverse, come si relaziona con le altre persone, le doti di leadership e quanto è predisposto a integrarsi.
  • Che valore può apportare al team di riferimento e all’azienda.
  • Comprendere quanto il candidato è stato produttivo e quanto è orientato all’obiettivo.

Alcune domande tipiche dei colloqui, ad esempio, saranno: “Quali sono le sue aspettative salariali?”, “Crede che questo tipo di posizione possa interessarla?“, “Dove ti vedi fra cinque anni?” oppure “Ha già esperienza con i software che utilizziamo in azienda?”.

Le domande che NON vanno poste durante un colloquio

La maggior parte delle domande che non dovrebbero essere poste semplicemente rientrano in quella categoria di domande che sono contro la legislazione non solo sui diritti dei lavoratori ma anche sul diritto alla privacy e alla discriminazione sul lavoro.

Tuttavia, molti recruiter e aziende commettono l’errore fare domande “scomode” per ottenere risposte sulla vita personale del candidato, credendo che ciò avrà un impatto diretto sulle loro prestazioni lavorative.

Molte di queste domande vengono poste con l’intento di scoprire altri tipi di dati rispetto a quelli che possono essere trovati nel CV (come l’età o l’indirizzo).

Un recruiter non dovrebbe mai chiedere informazioni personali, che non sono direttamente correlate alla posizione.

Domande di questo tipo sono anche sintomo di un ambiente di lavoro tossico, e dovrebbero far riflettere il candidato sul suo effettivo interesse a lavorare nell’azienda.

  1. Qual è il tuo orientamento sessuale? / Hai un compagno/a? / Sei sposato/a?
  2. Hai figli? / Sei incinta? / Pensi di avere figli?
  3. Qual è la tua religione? / Pratichi qualche tipo di credo?
  4. Qual è la tua ideologia politica? / Per chi hai votato nelle ultime elezioni?
  5. Quanto guadagnavi nel tuo ultimo lavoro?
  6. Hai subito molestie sul posto di lavoro? / Cosa faresti se subissi molestie sul posto di lavoro?
  7. Sei mai stato in arresto o in prigione? / Hai avuto problemi con la legge?
  8. Dove vivi? / Con chi vivi?
  9. Ritieni di essere troppo giovane o vecchio per la posizione? / Come ti senti a lavorare con persone più giovani o più anziane?
  10. Qual è l’origine della tua famiglia? / Appartieni a un gruppo etnico?

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Colloquio di lavoro: domande trabocchetto

Passiamo alle cosiddette “domande trabocchetto”, ovvero domande che sono spesso domande innocue, che il candidato percepisce in modo casuale e spontaneo durante il dialogo.

Queste domande servono a far emergere aspetti della tua personalità, che non sempre traspaiono dal curriculum, e hanno lo scopo di metterti alla prova, distogliendoti dalle risposte che potresti aver preparato, per rivelare il tuo lato più autentico e umano.

Vediamo alcuni esempi e il modo migliore per approcciare le risposte:

  • Se fossi un dolce, quale saresti e perché?”
    Questa domanda ovviamente non ha una risposta giusta o sbagliata, ma apre spazio alla tua creatività, il tuo senso dell’umorismo e la tua capacità di pensare fuori dagli schemi. Se riesci a fare un’analogia interessante o a spiegare la tua scelta con una metafora intelligente, dimostri di saper collegare concetti diversi e di avere una buona capacità di sintesi.
  • Ti consideri una persona fortunata?”
    Questa domanda mira a scoprire come percepisci la tua vita e quali sono i tuoi valori. Una risposta ottimista, che magari racconta un episodio in cui ti sei sentito particolarmente fortunato, può mostrare che hai una visione positiva della vita. Non c’è bisogno di entrare nei dettagli, basta essere sinceri e riflessivi.
  • Quanto sei onesto?”
    Evita di rispondere in modo troppo perfetto, ad esempio dicendo che non menti mai. Una buona risposta ammette che, in certe situazioni, potresti aver detto una “bugia bianca” per evitare un danno maggiore. Questo dimostra che sei una persona onesta, ma anche realista.

Ricorda, un colloquio di lavoro è molto di più di un semplice scambio di domande e risposte. È un’opportunità per mostrare chi sei veramente e come puoi contribuire all’azienda.

Le “domande trabocchetto” sono solo un altro modo per permetterti di esprimere il tuo lato più genuino e di distinguerti dagli altri candidati. Per questo motivo è importante affrontarle con serenità.

Consigli utili: cosa non dire e cosa dire ad un colloquio di lavoro

In termini generali, è vero che non esistono formule magiche per poter eseguire un colloquio di lavoro in modo perfetto e che garantiscano buoni risultati al 100%. Tuttavia, ci sono alcune nozioni di cui dobbiamo tenere conto in questa fase.

Fondamentalmente, il colloquio dovrebbe servire a completare e comprovare tutte le informazioni che inseriamo nel CV e ad approfondirle.

Ecco qualche consiglio utile per svolgere un colloquio al meglio, distinguendoti dagli altri candidati:

  • Ricerca l’azienda
    Ai datori di lavoro fa piacere trovarsi di fronte un candidato che conosce bene i dettagli dell’azienda, dimostrando di aver impiegato tempo e interesse nella preparazione del colloquio.
  • Fai collegamenti tra la tue esperienza passata e la posizione lavorativa a cui ambisci
    Fare collegamenti espliciti tra le tue esperienze passate e la posizione aiuta non solo a capire in che modo potresti utilizzare la tua expertise in azienda, ma dimostra anche capacità di analisi e comprensione del ruolo che potresti ricoprire.
  • Pensa a qualche aspetto che miglioreresti del modo in cui l’azienda lavora
    Una domanda frequente è anche relativa alla tua opinione sul modo in cui l’azienda opera nel tuo settore. Pensa sempre a qualcosa che potrebbe essere migliorato, dimostrando la tua capacità di pensare in maniera innovativa. Ad esempio, se sei un copywriter, potresti suggerire qualche accortezza per ottimizzare i contenuti del blog aziendale.
  • Metti in luce la tua ambizione
    Mettere in chiaro già dall’inizio il tuo interesse a fare carriera o a crescere nella tua posizione, all’interno dell’azienda, dimostra motivazione e visione a lungo termine.
  • Non dimenticarti di porre delle domande
    Chiedere informazioni sull’azienda, sulle aspettative del ruolo, sulla cultura aziendale e sulle prospettive future non solo ti aiuta a capire se l’azienda è adatta a te, ma dimostra anche il tuo interesse e la tua proattività.
    Ad esempio, potresti chiedere quali sono le prossime fasi del processo di selezione, quali sono le possibilità di crescita, oppure, in che modo il tuo ruolo supporta quello degli altri membri del team o del dipartimento.

C’è, infine, un ultimo consiglio che però non riguarda il lasciare una buona impressione o meno nel colloquio. Ricorda sempre che il colloquio di lavoro non serve soltanto all’azienda per giudicare il candidato, ma anche al candidato per giudicare l’azienda.

Cerca di comprendere se la posizione e se chi hai di fronte rispecchiano i tuoi valori e se l’esperienza lavorativa sembra essere in linea con i tuoi obiettivi professionali e personali.

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migliori strategie e strumenti per la selezione


Hai intenzione di ottimizzare i tuoi processi di ricerca del personale ma non sai da dove iniziare? Non ha mai capito esattamente a quali campi fa riferimento questa espressione?

La ricerca dei migliori talenti sul mercato è un passo fondamentale dell’intero processo di selezione, che permette a chi assume di avere un pool di candidati qualificati tra cui scegliere.

Far sì che al colloquio si presentino talenti in linea con le aspettative aziendali, però, è molto più complesso di quanto possa sembrare.

In questa guida vedremo il significato e le migliori strategie per fare ricerca del personale e quali strumenti possono semplificare il tuo lavoro, includendo pratici esempi di recruiting innovativo da “rubare” alle grandi aziende.

Cosa si intende per ricerca del personale

Partiamo dalle basi: cosa si intende per ricerca del personale?

Con ricerca del personale si intende il processo di ricerca dei talenti per riempire un posto vacante all’interno dell’azienda.

A livello generale, l’obiettivo principale è quello di garantire un processo di valutazione, trasparente ed efficiente in modo da aiutare il dipartimento delle risorse umane a scegliere le persone più indicate da inserire in azienda.

Questo non solo implica selezionare profili a cui fare colloqui nei CV ricevuti, ma saper definire i punti chiave dell’offerta di lavoro, l’esperienza e le skills necessarie da ricercare e anche le qualità umane che dovrà avere il candidato perfetto.

Differenze tra ricerca e selezione del personale

Perché, nello specifico, stiamo distinguendo ricerca e selezione del personale? Questi due termini rappresentano due fasi diverse del recruiting.

La ricerca del personale, o sourcing, infatti, è la fase iniziale, che segna l’inizio dell’intero processo di recruiting. Essa comprende tutte le attività volte a individuare e attirare candidati potenziali per una posizione vacante.

La selezione del personale, invece, è la fase successiva al sourcing, che riguarda nello specifico l’esame e la valutazione dei candidati per scegliere il più adatto.

Se dovessimo raggruppare le fasi del recruiting in queste due macro categorie, quindi, troveremmo:

  1. Ricerca del personale: definizione del profilo ideale per una determinata posizione, creazione dell’annuncio di lavoro, diffusione dell’annuncio sui principali canali di recruiting, ricerca proattiva di candidati.
  2. Selezione del personale: screening delle candidature, conduzione di colloqui con i candidati più adatti, verifica delle referenze, offerta finale al candidato selezionato.

Queste due fasi del recruiting sono quindi complementari ed entrambe imprescindibili nel processo di selezione del personale.

Scarica qui la checklist per il Recruiting di Factorial

Le strategie di ricerca del personale

Una volta raggiunta la fase di ricerca è possibile mettere in pratica varie strategie per selezionare il personale qualificato da incorporare.

Sebbene diverse da business a business, è comunque possibile ricondurre le varie tecniche di recruiting a una serie di modalità, tutte con dei vantaggi strategici diversi, che hanno il compito di evidenziare le qualifiche dei dipendenti a seconda delle necessità.

Andiamo a vedere le modalità di ricerca più utilizzate dalle aziende:

  • Outsourcing: questa modalità di recruiting consiste nell’affidarsi ad agenzie per il lavoro, che forniscono servizi di consulenza, ricerca di personale e anche di supporto al dipartimento delle risorse umane.
  • Pubblicazione di offerte su Job Boards: questa modalità prevede l’inserimento di annunci di lavoro su piattaforme specializzate come LinkedIn o Indeed.
  • Pagine carriera aziendali: si tratta di sezioni dedicate sul sito web aziendale dove vengono pubblicate le offerte di lavoro, consentendo all’azienda di presentare la propria vision e i propri valori.
  • Employee Referral Program: questo metodo sfrutta la rete di contatti dei dipendenti attuali, incoraggiandoli a segnalare candidati qualificati per le posizioni aperte, spesso offrendo incentivi.
  • Assunzione con programmi dedicati con le università: questa è una modalità ideale, nello specifico, per posizioni di internship, che richiedano candidati con poca o nessuna esperienza.
  • Social recruiting: questa modalità, che consiste nella pubblicazione di offerte di lavoro direttamente sui social tramite pubblicità o account appositi, è ideale in particolare per l’assunzione di profili creativi e giovani.

Esempi di recruiting innovativo

Al di là delle strategie tradizionali, il mondo della ricerca del personale sta diventando, con il passare degli anni, sempre più creativo.

Utilizzare strategie innovative permette alle aziende di catturare l’attenzione di profili che già mostrano un’affinità con l’azienda ed evidenziano soft-skills come attenzione ai dettagli, curiosità e creatività.

Andiamo a vedere qualche case-study:

  • Recruiting nascosto
    Quando Volkswagen aveva bisogno di personale tecnico qualificato, ha deciso di nascondere l’annuncio di lavoro nelle autovetture inviate in riparazione. Solo i più esperti e attenti sono riusciti a trovarlo, garantendo così l’assunzione dei candidati più qualificati e attenti ai dettagli.
  • Gamification
    Questo metodo consiste nella ricerca di persone più motivate e con la giusta attitudine. Utilizzato non solo da banche come Intesa San Paolo, ma anche da giganti del mondo alberghiero come la catena di Hotel Marriot, che ha sottoposto i candidati ad un videogame nel quale dovevano gestire la cucina di un albergo virtuale.
  • Social recruiting
    McDonald’s ha deciso invece di affidarsi a Snapchat per il social recruiting. Nella prima fase i candidati dovevano inviare un video di 10 secondi, e solo i pre-selezionati avrebbero ricevuto un form. L’elemento innovativo, era la possibilità di utilizzare un filtro presente nell’applicazione e vestire i panni di un commesso McDonald’s.
  • Risoluzione enigmi
    Usato dal colosso Microsoft, questa tecnica ha semplificato il processo di selezione del personale per la posizione di sviluppatore software. In questo caso si è chiesto ai candidati di contattare un numero criptato ai fini di passare alla fase successiva.
  • Annuncio a sorpresa
    A volte capita di candidarsi per un lavoro anche se non era nei nostri piani. Questo è il risultato ottenuto da Ikea nel 2012.
    Il gruppo multinazionale ha deciso di inserire tra i fogli di istruzione, un’offerta di lavoro per “assemblare il tuo futuro”. Il risultato? 4.285 nuove candidature e 280 assunzioni e costo economico pari a zero.

Come scrivere un annuncio di ricerca del personale

Ora che abbiamo visto qualche strategia per una ricerca del personale ottimale, andiamo a vedere nel dettaglio come scrivere un annuncio efficace che possa attirare i candidati giusti.

Gli annunci sono composti generalmente da cinque parti, ognuna con le sue caratteristiche specifiche.

  • Introduzione: in questa sezione viene viene presentata l’azienda, il settore in cui opera, la sua missione e i valori principali che rispecchia.
  • Descrizione del ruolo: in questa sezione viene descritto il ruolo, elencando nel dettaglio le mansioni, la sua funzione nel team, le aspettative e gli obiettivi da raggiungere.
  • Requisiti necessari: in questa sezione vengono inseriti i requisiti per soddisfare la posizione lavorativa. Oltre all’esperienza, andranno inserite anche le hard skills (come ad esempio i software utilizzati) e le soft skills (come ad esempio le capacità organizzative).
  • Offerta lavorativa: in questa sezione verrà presentata l’offerta per il candidato, come per esempio la RAL (retribuzione annuale lorda) e i benefit garantiti dall’azienda.
  • Come candidarsi: in questa sezione, infine, saranno inclusi i dettagli sulla candidatura, specificando se è presente una deadline o allegati da aggiungere.

A queste va aggiunto anche il titolo della posizione lavorativa, che normalmente viene concordato tra il responsabile HR e il responsabile del dipartimento di riferimento della risorsa.

La cosa importante, nello scrivere un annuncio di lavoro, sarà proprio l’allineamento con il manager del dipartimento, per comprendere a pieno le funzioni e le caratteristiche del candidato ideale. Sarà poi fondamentale saper trascrivere in maniera chiara le qualità richieste dalla posizione, creando una job description efficace, che attiri le risorse giuste.

Gli strumenti per la ricerca

Passiamo ora alla fase tecnica: quali sono gli strumenti che, in concreto, possono aiutare un responsabile HR a rendere il processo di ricerca dei candidati veloce ed efficiente.

Ci sono diversi elementi che aiutano nei processi di recruiting, rendendo tutte le fasi non sono più rapide, ma anche più efficaci. Eccone alcuni:

  • Portali di recruiting 
    Gli strumenti più ovvio sono, naturalmente, i portali di recruiting. Siti come LinkedIn, Indeed, Glassdoor o Monster ti permettono di pubblicare annunci di lavoro e raggiungere un vasto pubblico di potenziali candidati.
  • Pagina Carriere aziendale
    Una sezione “Carriere” ben progettata può fare una grande differenza su come i talenti percepiscono le offerte di lavoro della tua impresa.
  • ATS
    Un software ATS (Applicant Tracking System) è un’applicazione che si occupa di gestire l’intero ciclo di vita dell’assunzione dei futuri dipendenti, dalla creazione dell’annuncio di lavoro alla firma del contratto del candidato.
    Un software ATS ti aiuta, ad esempio, tenendo traccia di tutte le candidature ricevute, filtrandole in base a specifici criteri e automatizzando alcune fasi del processo di selezione, come l’invio di e-mail automatiche o la pianificazione dei colloqui.
  • IA
    L’Intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo del lavoro e da questo non esula il settore del recruiting. Grazie a pratici metodi, potrai rendere la ricerca dei talenti veloce ed efficace.
    L’ATS con IA integrata di Factorial, ad esempio, permette, tra le altre cose, di evidenziare i punti di forza dei CV di tutti i candidati con un riassunto generato dall’IA. Un altro esempio del potenziale dell’intelligenza artificiale è la facoltà di generare in pochi secondi intere offerte di lavoro inserendo nel prompt solo le skills e le qualifiche necessarie.

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  • Molto altro ancora

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tutte le agevolazioni per il 2024


PMI innovative: di quali agevolazioni possono usufruire? Qual è la differenza con le PMI? Quali sono i principali incentivi del 2024?

Il mondo delle agevolazioni alle piccole e medie imprese italiane può essere complicato da navigare. Sono numerosi, infatti, gli strumenti attraverso i quali le aziende possono ottenere degli incentivi volti a favorire i business Made in Italy, come ad esempio sgravi fiscali o investimenti a fondo perduto.

Quali sono i più importanti nel 2024, a netto della nuova Legge di Bilancio? In questo approfondimento elencheremo le principali agevolazioni divise per settore e tutte i requisiti necessari per accedervi.

Cosa si intende per PMI e PMI innovative

Le PMI (Piccole e Medie Imprese) sono aziende italiane che rispondono a specifici requisiti di dimensione e fatturato. Nel dettaglio, devono impiegare meno di 250 dipendenti e fatturare o avere un totale bilancio annuo di meno di 50 milioni di euro.

Queste aziende si dividono in tre categorie: micro imprese (meno di 10 impiegati), piccole imprese (meno di 50 impiegati) e medie imprese (meno di 250 impiegati).

Quando entra in gioco, però, la dicitura di PMI innovativa? Per essere considerata PMI innovativa, l’azienda in questione si deve occupare di innovazione tecnologica, senza limiti riguardanti il settore di appartenenza.

Per accertare che una PMI appartenga a questa categoria, deve soddisfare almeno due criteri riguardo l’ambito dell’innovazione:

  • Spendere in ricerca, sviluppo e innovazione almeno il 3% del maggiore tra costi e valore della produzione.
  • Contare una quota di almeno un quinto della forza lavoro di dottorandi e ricercatori, oppure almeno un terzo di dipendenti in possesso di laurea magistrale.
  • Essere titolare o depositaria di almeno un brevetto o privativa industriale.

Come si diventa PMI innovativa

Una volta che si possiedono queste caratteristiche, come si diventa ufficialmente PMI Innovativa?

Per ottenere l’iscrizione alla sezione speciale delle PMI Innovative va presentata una domanda in forma telematica, con firma digitale. La domanda si avvia mediante una pratica di Comunicazione Unica al Registro delle Imprese.

Oltre alla domanda, sarà necessaria anche l’iscrizione nella sezione ordinaria del Registro delle imprese effettuata in sede di costituzione.

Le agevolazioni per le PMI

Come già spiegato in precedenza, sono numerosi i vantaggi per le PMI italiane, che possono usufruire di agevolazioni europee e nazionali.

La maggior parte degli incentivi non fa distinzione di categoria e si riferisce a tutte le piccole e medie imprese italiane, anche se ce ne sono alcuni specifici per le PMI innovative.

Proprio perché la lista di agevolazioni è lunga, specifica e complessa da navigare, il governo ha recentemente sviluppato un portale dedicato, completo di assistente digitale, per identificare tutti gli incentivi relativi agli interessi della propria impresa, aggiornati a seguito della Legge di Bilancio.

Andiamo a vedere, di seguito, le principali agevolazioni concesse a chi fa impresa in Italia, divise per categoria.

Agevolazioni PMI per la digitalizzazione e l’innovazione

Fondo di Garanzia per le PMI

Il Fondo di Garanzia è, forse, il più importante incentivo per chi fa impresa in Italia.

Il Fondo di garanzia è una misura messa in atto dallo Stato Italiano per sostenere le piccole e medie imprese, in modo da facilitare il loro accesso al credito. Il Fondo permette alle imprese, nel rispetto di alcuni requisiti specifici, la possibilità di usufruire della garanzia dello Stato per le somme di cui hanno bisogno.

Possono accedere al Fondo di Garanzia le piccole e medie imprese di qualsiasi settore, basate in Italia, che siano economicamente sane. Dal Fondo di Garanzia sono esclusi solamente i cosiddetti “settori sensibili”.

Nuova Sabatini

Come il Fondo di Garanzia, anche la Nuova Sabatini è una importante misura storica per l’imprenditoria italiana.

Questa agevolazione prevede lo stanziamento di fondi che abbiano l’obiettivo di supportare le PMI nell’acquisto di attrezzature, macchinari e impianti, ma anche software o tecnologie digitali.

Il finanziamento non deve superare i cinque anni e deve essere di una cifra inclusa tra i 20mila euro e i quattro milioni di euro.

Sono ammessi tutti i settori produttivi ad eccezione di quello inerente alle attività finanziarie e assicurative.

Il contributo del Ministero sarà del 2,75% per gli investimenti ordinari, del 3,575% per gli investimenti 4.0 e del 3,575%  per gli investimenti green (in relazione a domande presentate a partire dal 1° gennaio 2023).

Transizione 5.0

Questo piano, che precedentemente era noto come Transizione 4.0 (o Industria 4.0), è stato rifinanziato per il 2024, con un maggior focus sull’innovazione.

Esso garantisce incentivi per le imprese che investono in tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose (IoT) e la blockchain.

Nello specifico, prevede crediti d’imposta per investimenti in beni materiali e immateriali nuovi. Questi investimenti devono garantire una riduzione dei consumi energetici almeno al 3% per le strutture produttive oppure al 5% per i processi produttivi​.

Agevolazioni PMI per la sostenibilità

New Green deal

Il “New Green Deal”, riconfermato per il 2024, prevede agevolazioni finanziarie per realizzazione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione nell’ambito della transizione ecologica e dell’economia circolare.

Nello specifico, sostiene progetti  riguardanti:

  • Decarbonizzazione dell’economia;
  • Economia circolare;
  • Riduzione dell’uso della plastica e ricerca di materiali alternativi;
  • Rigenerazione urbana;
  • Turismo sostenibile;
  • Adattamento e mitigazione dei rischi derivanti dal cambiamento climatico.

Tramite questa agevolazione, le PMI posso accedere a:

  • Finanziamenti agevolati per il 60% dei costi dei progetti (finanziamento tra i 4 anni e i 15 anni);
  • Contributi a fondo perduto di varia natura, tra il 10 e il 15%.

Credito d’imposta per l’Economia Circolare

Questa agevolazione riguarda le PMI che si concentrano su progetti di economia circolare, che promuovono il riciclo e riducono l’impatto ambientale.

Tramite gli incentivi, le imprese potranno ricevere un credito d’imposta fino al 30% delle spese sostenute.

Agevolazioni PMI per lo sviluppo delle competenze

Formazione 4.0

Questa misura è relativa alla formazione del personale relativa al processo di trasformazione tecnologica e digitale.

Nello specifico, le PMI hanno accetto ad agevolazioni per la formazione professionale in specifici settori:

  • Big data e analisi dati;
  • Cloud e fog computing;
  • Sicurezza informatica;
  • Simulazione e sistemi cyber-fisici;
  • Prototipazione rapida;
  • Sistemi di visualizzazione, realtà virtuale e aumentata;
  • Robotica avanzata e collaborativa;
  • Interfaccia uomo-macchina;
  • Stampa tridimensionale o manifattura additiva;
  • Internet delle cose e delle macchine;
  • Integrazione digitale dei processi aziendali.

Per le aziende che vi aderiscono è previsto un credito d’imposta del:

  • 70% delle spese per le piccole imprese, con limite massimo annuale di 300mila euro;
  • 50% delle spese per le medie imprese, con limite massimo annuale di250mila euro;
  • 30% delle spese per le grandi imprese, con limite massimo annuale di250mila euro.

Fondo nuove competenze

Anche il “Fondo nuove competenze” si pone l’obiettivo di formare i dipendenti italiani su nuove tecnologie, digitalizzazione e sostenibilità.

In questo caso, si tratta di un contributo a fondo perduto per un massimo di 10 milioni di euro, relativo alla retribuzione oraria dei dipendenti che partecipano a progetti formativi, con una durata compresa fra le 40 e le 200 ore.

Agevolazioni PMI per il Sud

Nuova Sabatini Sud

La Nuova Sabatini, di cui abbiamo parlato nella sezione “Agevolazioni PMI per la digitalizzazione e l’innovazione“, ha una linea d’intervento dedicata alle regioni del Mezzogiorno.

Nello specifico, in questo caso il contributo del Ministero sarà per un massimo del 5,5%, invece che del 3,575%.

Resto al Sud

“Resto al Sud” è una misura fiscale studiata per sostenere le imprese del Mezzogiorno e del Centro Italia e incentivare la nascita di nuove.

Essa consiste in contributi economici (fino a 200mila euro), in parte a fondo perduto, per incoraggiare la formazione delle imprese da parte di soggetti che rispondo a determinati requisiti. Tra questi, i più importanti sono:

  • Residenti delle regioni incluse nel progetto, in età compresa tra i 18 e i 55 anni;
  • Non essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato;
  • Non essere già titolari di altre attività e non aver beneficiato di altri incentivi negli ultimi tre anni.

Decontribuzione Sud

Questa misura, dedicata alle regioni del Mezzogiorno, consiste nell’esonero contributivo per i datori di lavoro privati. La percentuale varia a seconda delle annualità e delle contribuzioni (sono esclusi dal calcolo i premi e i contributi Inail):

  • In misura pari al 30% fino al 31 dicembre 2025;
  • In misura pari al 20% per gli anni 2026 e 2027;
  • In misura pari al 10% per gli anni 2028 e 2029.

La misura sarà prorogata fino al 31 dicembre 2024.

PMI innovative: le agevolazioni dedicate per il 2024

Finora abbiamo visto quali incentivi possono sfruttare tutte le PMI. Andiamo però a vedere quali sono le agevolazioni dedicate per le PMI innovative, valide nel 2024.

Nella sezione specifica, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, elenca tutti gli incentivi specifici relativi a questo tipo di PMI:

  • Incentivi fiscali all’investimento nel capitale di PMI innovative;
  • Accesso gratuito e semplificato al Fondo di Garanzia per le PMI;
  • Esonero da imposte di bollo per gli atti depositati presso la Camera di Commercio;
  • Raccolta di capitali tramite campagne di equity crowdfunding;
  • Servizi di internazionalizzazione alle imprese (ICE);
  • Deroghe alla disciplina societaria ordinaria;
  • Proroga del termine per la copertura delle perdite;
  • Deroga alla disciplina sulle società di comodo e in perdita sistematica;
  • Remunerazione attraverso strumenti di partecipazione al capitale.

Smart&Start Italia

Infine, a quelle elencate sopra vogliamo aggiungere l’incentivo “Smart&Start Italia”, dedicato nello specifico alle Startup Innovative, localizzate su tutto il territorio nazionale, iscritte nell’apposita sezione speciale del registro imprese.

Smart&Start Italia finanzia piani d’impresa di importo compreso tra 100mila euro e 1,5 milioni di euro.

I piani d’impresa devono comprendere le seguenti categorie di spese:

  • Immobilizzazioni materiali quali impianti, macchinari e attrezzature tecnologici;
  • Immobilizzazioni immateriali necessarie all’attività oggetto dell’iniziativa agevolata, quali brevetti, marchi e licenze, certificazioni, know-how e conoscenze tecniche.
  • Servizi funzionali alla realizzazione del piano d’impresa, direttamente correlati alle esigenze produttive dell’impresa.
  • Personale dipendente e collaboratori a qualsiasi titolo che rispondono ai requisiti indicati all’articolo 25, comma 2, lettera h), numero 2), del decreto-legge n. 179/2012.



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tutto quello che bisogna sapere


Cos’è la Legge 104? Come funziona per i lavoratori dipendenti? Quali permessi si possono richiedere e in quali circostanze possono essere negati? Se stai cercando una risposta a queste domande, sei nel posto giusto.

Nella gestione delle risorse umane, HR manager e imprenditori devono avere a cuore la tutela dei propri lavoratori e questo include il riconoscere le esigenze personali e familiari dei propri dipendenti, nonché dei loro diritti.

Lo Stato Italiano garantisce una serie di tutele a favore dei lavoratori in situazioni di disabilità o che debbano farsi carico dell’assistenza di un familiare disabile. La Legge 104 va a definire nello specifico i requisiti e le agevolazioni spettanti in ogni singolo caso.

In questo articolo capiremo quindi meglio come funzionano la Legge 104 e i permessi a essa correlati, come richiederli e quali sono i diritti e i doveri per il dipendente e il datore di lavoro.

Cos’è la Legge 104?

La Legge 104 è una legge entrata in vigore nel 1992 che viene definita come la legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone diversamente abili. Lo scopo primario della legge è quello di tutelare i diritti delle persone affette da disabilità.

Questa legge, nel corso degli anni ha subito varie modifiche attuate da successive leggi e decreti legislativi. Rimane comunque tuttora il pilastro fondamentale a cui attingere per comprendere i diritti delle persone (e nel nostro specifico caso, dei lavoratori) affette da disabilità.

A chi è rivolta la Legge 104? Ecco come funziona

La Legge 104 è rivolta alle persone affette da disabilità. Con la nuova definizione stabilita dal Decreto Legislativo numero 62/2024 del maggio 2024, il ministero identifica la disabilità come “una duratura compromissione fisica, mentale, intellettiva, del neurosviluppo o sensoriale che, in interazione con barriere di diversa natura, può ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nei diversi contesti di vita su base di uguaglianza con gli altri.”

È “duratura” quella compromissione “che persiste nel tempo o per la quale è possibile una regressione o attenuazione solo nel lungo periodo“.

La legge tutela non solo le persone affette da disabilità ma anche i cosiddetti “caregivers”: i familiari più a stretto contatto che ne possano garantire l’assistenza e il supporto personale e psicologico.

Legge 104: permessi e agevolazioni

Per quanto riguarda la tutela dei lavoratori, la Legge 104 prevede delle agevolazioni lavorative che consistono principalmente in permessi retribuiti INPS.

I permessi della Legge 104 sono rivolti alle persone affette da disabilità, fisiche o psichiche, che abbiano difficoltà nel normale svolgimento e nell’integrazione lavorativa. La legge tutela sia tali lavoratori sia i dipendenti familiari di persone disabili, secondo alcuni parametri.

Chi ha diritto ai permessi?

Nello specifico, l’articolo 33 (e successive modifiche apportate dalla L. 183/2010 e dal D.lgs. 119/2011) prevede che i permessi in busta paga della Legge 104 spettino a:

  • lavoratori disabili in situazione di gravità (articolo 3, comma 3 della legge)
  • genitori di figli disabili in situazione di gravità e familiari fino al secondo grado di parentela: coniugi, parte dell’unione civile, conviventi di fatto, parenti o affini

Nel secondo caso, il diritto può essere esteso a parenti ed affini di terzo grado soltanto qualora il “caregiver” abbia già compiuto i 65 anni di età o sia affetto da patologie invalidanti.

In cosa consistono i permessi della Legge 104

La legge prevede una distinzione nel diritto al beneficio dei permessi retribuiti in base al soggetto destinatario. Nello specifico, viene effettuata una distinzione fra:

  • Fruizione da parte del lavoratore affetto da disabilità grave
  • Fruizione da parte del genitore di figli affetti da disabilità grave
  • Fruizione da parte dei familiari di persone affette da disabilità grave

Nel caso dei genitori, i permessi della Legge 104 includono anche il prolungamento del congedo parentale.

Il lavoratore con disabilità grave potrà beneficiare di:

  • riposi orari giornalieri di 1 o 2 ore, in base all’orario lavorativo
  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)

Il genitore di figli con disabilità grave di età minore di 3 anni potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)
  • prolungamento del congedo parentale, con diritto per tutto il periodo ad un’indennità pari al 30% della retribuzione

Il genitore di figli con disabilità grave di età compresa tra i 3 e i 12 anni potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)
  • prolungamento del congedo parentale, con diritto per tutto il periodo ad un’indennità pari al 30% della retribuzione

Il genitore di figli con disabilità grave oltre i 12 anni di età potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)

ll familiare di persona affetta da disabilità grave potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)

Il congedo straordinario della Legge 104

Oltre ai permessi lavorativi, la Legge 104 prevede quello che viene definito congedo straordinario: si tratta di un periodo di assenza dal lavoro retribuita. Spetta ai lavoratori dipendenti che debbano assistere familiari affetti da disabilità grave.

I requisiti per la domanda di congedo straordinario sono vari. Sicuramente è inclusa la convivenza con il familiare disabile. Può essere richiesto per un massimo di 2 anni, anche frazionabili in giorni.

Come richiedere i permessi per la Legge 104

I permessi che riguardano la Legge 104, come abbiamo visto, sono già previsti e ampiamente regolati dall’attuale normativa.

A essere regolato è anche l’intero processo per richiederli. Essendo una prestazione a sostegno del lavoro, la presentazione della domanda per avere accesso ai permessi della Legge 104 va effettuata all’INPS.

La domanda dovrà essere presentata per via telematica. Per la presentazione ci sono 3 possibilità:

  • attraverso i servizi telematici del portale web dell’INPS, accessibili tramite PIN richiamando il servizio di “Invio Online di Domande di Prestazioni a Sostegno del Reddito”.
  • attraverso un patronato o un CAF
  • Telefonicamente, tramite il Contact Center dell’INPS

Al datore di lavoro, invece, andrà presentato il numero di protocollo per conoscenza.

Dal momento della presentazione della domanda, verranno effettuati gli opportuni accertamenti in merito alla disabilità del soggetto richiedente e, una volta confermata l’accettazione della domanda, sarà possibile usufruire di tutte le agevolazioni previste.

Una volta ricevuto il diritto di usufruire della Legge 104, i dipendenti potranno usare le ore e i giorni di permesso per svolgere attività di aiuto e cura della persona disabile, incluso, ad esempio, fare la spesa o andare in farmacia.

È bene tenere presente che i lavoratori devono necessariamente usufruire dei permessi nel corso del mese, senza possibilità di portare il residuo non fruito nei mesi successivi.

Il datore di lavoro può negare il permesso?

Ma il datore di lavoro, di fronte a una richiesta del dipendente, può negare le ore di permesso relative alla Legge 104? No, questi giorni di permesso sono un diritto sancito dalla legge e vanno necessariamente approvati.

Il datore di lavoro, quindi, in nessun caso può negare al dipendente questo tipo di permesso, ma può impegnarsi a creare un rapporto di reciproco rispetto e collaborazione con i propri lavoratori, stabilendo una procedura per la programmazione dei permessi e un eventuale preavviso, in modo che l’impatto sulla vita aziendale sia minimo.

Va specificato, però, che nel caso in cui il dipendente tutelato dalla Legge 104 avesse bisogno di un permesso urgente senza preavviso, avrà tutto il diritto di inoltrare la richiesta tramite l’INPS a prescindere dal regolamento interno.

Uso improprio dei permessi

Il datore di lavoro, invece, verrà tutelato nel caso in cui i permessi previsti dalla Legge 104 vengano usati in maniera impropria.

Questo significa che il dipendente, dopo aver richiesto il permesso, lo sfrutta per attività diverse dal prestare assistenza al parente disabile, come ad esempio per svolgere un secondo lavoro.

Questo comportamento del dipendente rappresenterebbe una vera e propria frode e legittimerebbe il datore di lavoro ad avviare le procedure per il licenziamento per giusta causa.



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Menggali Keberuntungan: Jam Slot Gacor Hari Ini dalam Perjudian Online

Menggali Keberuntungan: Jam Slot Gacor Hari Ini dalam Perjudian Online

Dalam dunia perjudian online yang penuh tantangan, konsep “daftar slot online ” telah menjadi topik hangat di kalangan para pemain yang ingin meraih kemenangan lebih besar. Namun, sebelum kita terlalu jauh terbuai oleh harapan, mari kita telaah lebih dalam tentang apa yang dimaksud dengan “jam slot gacor,” apakah ini benar-benar ada, dan bagaimana kita sebaiknya mendekatinya dengan bijak.

Jam Slot Gacor Hari Ini: Membongkar Mitos dan Realitas

Istilah “jam slot gacor hari ini” merujuk pada keyakinan bahwa pada waktu-waktu tertentu dalam sehari, mesin slot di situs judi online lebih cenderung memberikan kemenangan yang lebih sering atau besar. Pemain yang mencari “jam slot gacor” berharap untuk menemukan jendela waktu ketika peluang kemenangan lebih tinggi.

Mitos vs. Kenyataan:

Meskipun gagasan “jam slot gacor” terdengar menggoda, penting untuk diingat bahwa hasil permainan slot dalam perjudian online ditentukan oleh algoritma generator angka acak (RNG). Setiap putaran adalah acak dan tidak dapat diprediksi. Tidak ada bukti ilmiah yang mendukung klaim bahwa ada jam tertentu di mana mesin slot secara konsisten memberikan kemenangan.

Pendekatan Bijak dalam Berjudi:

Dalam perjudian, penting untuk mengadopsi pendekatan yang realistis. Mencari “jam slot gacor” sebagai cara untuk memenangkan lebih banyak uang bisa membawa pada perilaku berjudi yang tidak sehat. Sebagai gantinya, bermainlah dengan harapan yang realistis, tetapkan batas anggaran, dan ingatlah bahwa hasil permainan adalah acak.

Tips Bermain Slot dengan Bijak:

  1. Pilih Situs Terpercaya: Bermainlah di situs judi online yang memiliki reputasi baik dan lisensi resmi.
  2. Kenali Batas Anda: Tetapkan batas anggaran yang masuk akal sebelum bermain.
  3. Pahami Permainan: Pelajari aturan dan fitur permainan slot yang Anda mainkan.
  4. Manfaatkan Promosi: Beberapa situs menawarkan bonus dan promosi. Manfaatkan penawaran ini dengan bijak.

Kesimpulan:

“Jam slot gacor hari ini” mungkin menarik perhatian para pemain perjudian online, tetapi penting untuk diingat bahwa ini lebih sering merupakan mitos daripada kenyataan. Mesin slot beroperasi berdasarkan faktor kebetulan, dan hasil permainan tidak dapat diprediksi. Dengan bermain dengan harapan yang realistis, menikmati permainan sebagai hiburan, dan berjudi dengan bijak, Anda dapat merasakan pengalaman perjudian online dengan lebih seimbang dan positif.