Archives August 2024

cosa aspettarti e le domande frequenti


Ti sei mai trovato ad affrontare un colloquio di lavoro senza sapere cosa aspettarti? Non sai quali posso essere le domande aspettarti?

Preparare un colloquio di lavoro non è mai semplice. Ci sono molti fattori che possono influenzare l’andamento dell’intervista con il recruiter e, a volte, i candidati compiono inconsapevolmente qualche errore fatale che riduce al minimo le chance di ottenere un’offerta di lavoro.

In questo approfondimento vedremo le nozioni più importanti del colloquio di lavoro, quali domande aspettarsi e come rispondere al meglio, anche a quelle a trabocchetto.

Come affrontare un colloquio di lavoro

Un’azienda a cui sei particolarmente interessato ti ha chiamato per un colloquio di lavoro e non sai da dove iniziare a prepararti? Hai paura di non riuscire a mantenere i nervi saldi e vedere sfumata una importante possibilità?

Partiamo da un presupposto: essere tesi prima di un colloquio di lavoro è un’esperienza comune. Il nervosismo è fisiologico e i recruiter sono abituati a gestire il talento e consapevoli della tensione che può accumulare un candidato e, se sono competenti, faranno sempre del loro meglio per metterlo a proprio agio e mostrare il meglio di sé.

Ci sono, però, fattori che possono essere controllati e che ti aiuteranno a sentirti più sicuro di te nel momento dell’intervista, permettendoti di evidenziare le tue doti e la tua esperienza nel modo migliore.

L’elemento fondamentale è la preparazione:

  • Cerca di comprendere bene cosa è richiesto nella posizione lavorativa e quali sono i valori e la mission dell’azienda.
  • Esponi in maniera chiara le informazioni presenti nel curriculum, presentandoti al colloquio con un pitch già pronto riguardo le tue capacità e la tua esperienza.
  • Presentati in maniera professionale e in orario per evitare una brutta prima impressione.
  • Non pretendere da stesso/stessa la perfezione. È fisiologico commettere errori oppure non riuscire ad esprimere al meglio i concetti, non lasciarti distrarre se ti accorgi di non aver dato il massimo in una fase del colloquio.
  • Esercitati a utilizzare il metodo STAR (Situazione, Task, Azione, Risultato) per strutturare le tue risposte in modo logico e completo, prendendo spunto da esperienze passate.

Le fasi del colloquio di lavoro

Affidandosi alla classica struttura narrativa, come se fosse fondamentalmente una storia, il colloquio deve avere tre fasi: un’introduzione, uno sviluppo e un epilogo.

Ciascuna di queste fasi offre l’opportunità al candidato di mettere in luce le proprie potenzialità, come può integrarsi nel team e come può contribuire al successo dell’azienda.

Introduzione

Il colloquio inizia con una fase di apertura in cui si stabilisce il primo contatto.

In questa parte è fondamentale fare una buona impressione, dimostrando sicurezza e simpatia. Il tuo linguaggio del corpo, il tono di voce e il modo in cui ti esprimi sono tutti elementi che verranno notati.

Durante questa fase, avrai l’occasione di chiarire tutti i dettagli relativi alla posizione per cui ti sei candidato, così da avere una visione chiara delle aspettative.

Sviluppo

Man mano che il colloquio procede, il focus si sposta sulle tue competenze e sulla tua esperienza.

È importante che tu percepisca questa parte come una conversazione più che un interrogatorio. Non preoccuparti di dover dare risposte perfette: quello che conta è essere sinceri e mostrare la tua autenticità.

Anche se potrebbe non sembrare evidente, il selezionatore valuterà non solo cosa rispondi, ma anche come lo fai. Il modo in cui gestisci le domande, il tuo tono e la tua capacità di reagire a domande inattese possono dire molto di te.

Conclusione

Alla fine del colloquio, è normale voler sapere quali saranno i prossimi passi.

In questa fase, dovresti ricevere informazioni su quando e come riceverai una risposta.

Se non dovesse andare come speravi, cerca comunque di trarre il massimo dall’esperienza. Sapere che la tua candidatura non è stata accettata non è mai facile, ma è importante che ti venga comunicato in modo professionale e nei tempi giusti.

Ricorda, anche se il risultato del colloquio potrebbe non essere quello desiderato, ogni esperienza ti aiuta a crescere e a prepararti meglio per la prossima opportunità.

Domande frequenti ai colloqui di lavoro

Naturalmente, a seconda del tipo di azienda, della sua cultura, dello stile organizzativo e comunicativo, del tipo di posizione e del meccanismo del colloquio di lavoro, le domande possono variare in modo significativo.

Bisogna però sempre tenere presente che il colloquio di lavoro deve servire, tra l’altro, per poter comprendere se un candidato è allienato con gli obiettivi e la cultura lavorativa del team.

Per questo motivo, a prescindere da che tipo di lavoro si debba fare, le domande di un HR si incentreranno su:

  • Comprendere la formazione professionale e informarsi sull’esperienza lavorativa.
  • Capire quanto il candidato sa dell’azienda e del settore.
  • Quali sono le aspettative sul ruolo, sia a livello di lavoro sia a livello di salario.
  • Al di fuori dello stipendio, quali sono le motivazioni principali per il candidato.
  • Conoscere le caratteristiche caratteriali della persona, come affronta le situazioni avverse, come si relaziona con le altre persone, le doti di leadership e quanto è predisposto a integrarsi.
  • Che valore può apportare al team di riferimento e all’azienda.
  • Comprendere quanto il candidato è stato produttivo e quanto è orientato all’obiettivo.

Alcune domande tipiche dei colloqui, ad esempio, saranno: “Quali sono le sue aspettative salariali?”, “Crede che questo tipo di posizione possa interessarla?“, “Dove ti vedi fra cinque anni?” oppure “Ha già esperienza con i software che utilizziamo in azienda?”.

Le domande che NON vanno poste durante un colloquio

La maggior parte delle domande che non dovrebbero essere poste semplicemente rientrano in quella categoria di domande che sono contro la legislazione non solo sui diritti dei lavoratori ma anche sul diritto alla privacy e alla discriminazione sul lavoro.

Tuttavia, molti recruiter e aziende commettono l’errore fare domande “scomode” per ottenere risposte sulla vita personale del candidato, credendo che ciò avrà un impatto diretto sulle loro prestazioni lavorative.

Molte di queste domande vengono poste con l’intento di scoprire altri tipi di dati rispetto a quelli che possono essere trovati nel CV (come l’età o l’indirizzo).

Un recruiter non dovrebbe mai chiedere informazioni personali, che non sono direttamente correlate alla posizione.

Domande di questo tipo sono anche sintomo di un ambiente di lavoro tossico, e dovrebbero far riflettere il candidato sul suo effettivo interesse a lavorare nell’azienda.

  1. Qual è il tuo orientamento sessuale? / Hai un compagno/a? / Sei sposato/a?
  2. Hai figli? / Sei incinta? / Pensi di avere figli?
  3. Qual è la tua religione? / Pratichi qualche tipo di credo?
  4. Qual è la tua ideologia politica? / Per chi hai votato nelle ultime elezioni?
  5. Quanto guadagnavi nel tuo ultimo lavoro?
  6. Hai subito molestie sul posto di lavoro? / Cosa faresti se subissi molestie sul posto di lavoro?
  7. Sei mai stato in arresto o in prigione? / Hai avuto problemi con la legge?
  8. Dove vivi? / Con chi vivi?
  9. Ritieni di essere troppo giovane o vecchio per la posizione? / Come ti senti a lavorare con persone più giovani o più anziane?
  10. Qual è l’origine della tua famiglia? / Appartieni a un gruppo etnico?

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Colloquio di lavoro: domande trabocchetto

Passiamo alle cosiddette “domande trabocchetto”, ovvero domande che sono spesso domande innocue, che il candidato percepisce in modo casuale e spontaneo durante il dialogo.

Queste domande servono a far emergere aspetti della tua personalità, che non sempre traspaiono dal curriculum, e hanno lo scopo di metterti alla prova, distogliendoti dalle risposte che potresti aver preparato, per rivelare il tuo lato più autentico e umano.

Vediamo alcuni esempi e il modo migliore per approcciare le risposte:

  • Se fossi un dolce, quale saresti e perché?”
    Questa domanda ovviamente non ha una risposta giusta o sbagliata, ma apre spazio alla tua creatività, il tuo senso dell’umorismo e la tua capacità di pensare fuori dagli schemi. Se riesci a fare un’analogia interessante o a spiegare la tua scelta con una metafora intelligente, dimostri di saper collegare concetti diversi e di avere una buona capacità di sintesi.
  • Ti consideri una persona fortunata?”
    Questa domanda mira a scoprire come percepisci la tua vita e quali sono i tuoi valori. Una risposta ottimista, che magari racconta un episodio in cui ti sei sentito particolarmente fortunato, può mostrare che hai una visione positiva della vita. Non c’è bisogno di entrare nei dettagli, basta essere sinceri e riflessivi.
  • Quanto sei onesto?”
    Evita di rispondere in modo troppo perfetto, ad esempio dicendo che non menti mai. Una buona risposta ammette che, in certe situazioni, potresti aver detto una “bugia bianca” per evitare un danno maggiore. Questo dimostra che sei una persona onesta, ma anche realista.

Ricorda, un colloquio di lavoro è molto di più di un semplice scambio di domande e risposte. È un’opportunità per mostrare chi sei veramente e come puoi contribuire all’azienda.

Le “domande trabocchetto” sono solo un altro modo per permetterti di esprimere il tuo lato più genuino e di distinguerti dagli altri candidati. Per questo motivo è importante affrontarle con serenità.

Consigli utili: cosa non dire e cosa dire ad un colloquio di lavoro

In termini generali, è vero che non esistono formule magiche per poter eseguire un colloquio di lavoro in modo perfetto e che garantiscano buoni risultati al 100%. Tuttavia, ci sono alcune nozioni di cui dobbiamo tenere conto in questa fase.

Fondamentalmente, il colloquio dovrebbe servire a completare e comprovare tutte le informazioni che inseriamo nel CV e ad approfondirle.

Ecco qualche consiglio utile per svolgere un colloquio al meglio, distinguendoti dagli altri candidati:

  • Ricerca l’azienda
    Ai datori di lavoro fa piacere trovarsi di fronte un candidato che conosce bene i dettagli dell’azienda, dimostrando di aver impiegato tempo e interesse nella preparazione del colloquio.
  • Fai collegamenti tra la tue esperienza passata e la posizione lavorativa a cui ambisci
    Fare collegamenti espliciti tra le tue esperienze passate e la posizione aiuta non solo a capire in che modo potresti utilizzare la tua expertise in azienda, ma dimostra anche capacità di analisi e comprensione del ruolo che potresti ricoprire.
  • Pensa a qualche aspetto che miglioreresti del modo in cui l’azienda lavora
    Una domanda frequente è anche relativa alla tua opinione sul modo in cui l’azienda opera nel tuo settore. Pensa sempre a qualcosa che potrebbe essere migliorato, dimostrando la tua capacità di pensare in maniera innovativa. Ad esempio, se sei un copywriter, potresti suggerire qualche accortezza per ottimizzare i contenuti del blog aziendale.
  • Metti in luce la tua ambizione
    Mettere in chiaro già dall’inizio il tuo interesse a fare carriera o a crescere nella tua posizione, all’interno dell’azienda, dimostra motivazione e visione a lungo termine.
  • Non dimenticarti di porre delle domande
    Chiedere informazioni sull’azienda, sulle aspettative del ruolo, sulla cultura aziendale e sulle prospettive future non solo ti aiuta a capire se l’azienda è adatta a te, ma dimostra anche il tuo interesse e la tua proattività.
    Ad esempio, potresti chiedere quali sono le prossime fasi del processo di selezione, quali sono le possibilità di crescita, oppure, in che modo il tuo ruolo supporta quello degli altri membri del team o del dipartimento.

C’è, infine, un ultimo consiglio che però non riguarda il lasciare una buona impressione o meno nel colloquio. Ricorda sempre che il colloquio di lavoro non serve soltanto all’azienda per giudicare il candidato, ma anche al candidato per giudicare l’azienda.

Cerca di comprendere se la posizione e se chi hai di fronte rispecchiano i tuoi valori e se l’esperienza lavorativa sembra essere in linea con i tuoi obiettivi professionali e personali.

Prepara il colloquio di lavoro con Factorial



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migliori strategie e strumenti per la selezione


Hai intenzione di ottimizzare i tuoi processi di ricerca del personale ma non sai da dove iniziare? Non ha mai capito esattamente a quali campi fa riferimento questa espressione?

La ricerca dei migliori talenti sul mercato è un passo fondamentale dell’intero processo di selezione, che permette a chi assume di avere un pool di candidati qualificati tra cui scegliere.

Far sì che al colloquio si presentino talenti in linea con le aspettative aziendali, però, è molto più complesso di quanto possa sembrare.

In questa guida vedremo il significato e le migliori strategie per fare ricerca del personale e quali strumenti possono semplificare il tuo lavoro, includendo pratici esempi di recruiting innovativo da “rubare” alle grandi aziende.

Cosa si intende per ricerca del personale

Partiamo dalle basi: cosa si intende per ricerca del personale?

Con ricerca del personale si intende il processo di ricerca dei talenti per riempire un posto vacante all’interno dell’azienda.

A livello generale, l’obiettivo principale è quello di garantire un processo di valutazione, trasparente ed efficiente in modo da aiutare il dipartimento delle risorse umane a scegliere le persone più indicate da inserire in azienda.

Questo non solo implica selezionare profili a cui fare colloqui nei CV ricevuti, ma saper definire i punti chiave dell’offerta di lavoro, l’esperienza e le skills necessarie da ricercare e anche le qualità umane che dovrà avere il candidato perfetto.

Differenze tra ricerca e selezione del personale

Perché, nello specifico, stiamo distinguendo ricerca e selezione del personale? Questi due termini rappresentano due fasi diverse del recruiting.

La ricerca del personale, o sourcing, infatti, è la fase iniziale, che segna l’inizio dell’intero processo di recruiting. Essa comprende tutte le attività volte a individuare e attirare candidati potenziali per una posizione vacante.

La selezione del personale, invece, è la fase successiva al sourcing, che riguarda nello specifico l’esame e la valutazione dei candidati per scegliere il più adatto.

Se dovessimo raggruppare le fasi del recruiting in queste due macro categorie, quindi, troveremmo:

  1. Ricerca del personale: definizione del profilo ideale per una determinata posizione, creazione dell’annuncio di lavoro, diffusione dell’annuncio sui principali canali di recruiting, ricerca proattiva di candidati.
  2. Selezione del personale: screening delle candidature, conduzione di colloqui con i candidati più adatti, verifica delle referenze, offerta finale al candidato selezionato.

Queste due fasi del recruiting sono quindi complementari ed entrambe imprescindibili nel processo di selezione del personale.

Scarica qui la checklist per il Recruiting di Factorial

Le strategie di ricerca del personale

Una volta raggiunta la fase di ricerca è possibile mettere in pratica varie strategie per selezionare il personale qualificato da incorporare.

Sebbene diverse da business a business, è comunque possibile ricondurre le varie tecniche di recruiting a una serie di modalità, tutte con dei vantaggi strategici diversi, che hanno il compito di evidenziare le qualifiche dei dipendenti a seconda delle necessità.

Andiamo a vedere le modalità di ricerca più utilizzate dalle aziende:

  • Outsourcing: questa modalità di recruiting consiste nell’affidarsi ad agenzie per il lavoro, che forniscono servizi di consulenza, ricerca di personale e anche di supporto al dipartimento delle risorse umane.
  • Pubblicazione di offerte su Job Boards: questa modalità prevede l’inserimento di annunci di lavoro su piattaforme specializzate come LinkedIn o Indeed.
  • Pagine carriera aziendali: si tratta di sezioni dedicate sul sito web aziendale dove vengono pubblicate le offerte di lavoro, consentendo all’azienda di presentare la propria vision e i propri valori.
  • Employee Referral Program: questo metodo sfrutta la rete di contatti dei dipendenti attuali, incoraggiandoli a segnalare candidati qualificati per le posizioni aperte, spesso offrendo incentivi.
  • Assunzione con programmi dedicati con le università: questa è una modalità ideale, nello specifico, per posizioni di internship, che richiedano candidati con poca o nessuna esperienza.
  • Social recruiting: questa modalità, che consiste nella pubblicazione di offerte di lavoro direttamente sui social tramite pubblicità o account appositi, è ideale in particolare per l’assunzione di profili creativi e giovani.

Esempi di recruiting innovativo

Al di là delle strategie tradizionali, il mondo della ricerca del personale sta diventando, con il passare degli anni, sempre più creativo.

Utilizzare strategie innovative permette alle aziende di catturare l’attenzione di profili che già mostrano un’affinità con l’azienda ed evidenziano soft-skills come attenzione ai dettagli, curiosità e creatività.

Andiamo a vedere qualche case-study:

  • Recruiting nascosto
    Quando Volkswagen aveva bisogno di personale tecnico qualificato, ha deciso di nascondere l’annuncio di lavoro nelle autovetture inviate in riparazione. Solo i più esperti e attenti sono riusciti a trovarlo, garantendo così l’assunzione dei candidati più qualificati e attenti ai dettagli.
  • Gamification
    Questo metodo consiste nella ricerca di persone più motivate e con la giusta attitudine. Utilizzato non solo da banche come Intesa San Paolo, ma anche da giganti del mondo alberghiero come la catena di Hotel Marriot, che ha sottoposto i candidati ad un videogame nel quale dovevano gestire la cucina di un albergo virtuale.
  • Social recruiting
    McDonald’s ha deciso invece di affidarsi a Snapchat per il social recruiting. Nella prima fase i candidati dovevano inviare un video di 10 secondi, e solo i pre-selezionati avrebbero ricevuto un form. L’elemento innovativo, era la possibilità di utilizzare un filtro presente nell’applicazione e vestire i panni di un commesso McDonald’s.
  • Risoluzione enigmi
    Usato dal colosso Microsoft, questa tecnica ha semplificato il processo di selezione del personale per la posizione di sviluppatore software. In questo caso si è chiesto ai candidati di contattare un numero criptato ai fini di passare alla fase successiva.
  • Annuncio a sorpresa
    A volte capita di candidarsi per un lavoro anche se non era nei nostri piani. Questo è il risultato ottenuto da Ikea nel 2012.
    Il gruppo multinazionale ha deciso di inserire tra i fogli di istruzione, un’offerta di lavoro per “assemblare il tuo futuro”. Il risultato? 4.285 nuove candidature e 280 assunzioni e costo economico pari a zero.

Come scrivere un annuncio di ricerca del personale

Ora che abbiamo visto qualche strategia per una ricerca del personale ottimale, andiamo a vedere nel dettaglio come scrivere un annuncio efficace che possa attirare i candidati giusti.

Gli annunci sono composti generalmente da cinque parti, ognuna con le sue caratteristiche specifiche.

  • Introduzione: in questa sezione viene viene presentata l’azienda, il settore in cui opera, la sua missione e i valori principali che rispecchia.
  • Descrizione del ruolo: in questa sezione viene descritto il ruolo, elencando nel dettaglio le mansioni, la sua funzione nel team, le aspettative e gli obiettivi da raggiungere.
  • Requisiti necessari: in questa sezione vengono inseriti i requisiti per soddisfare la posizione lavorativa. Oltre all’esperienza, andranno inserite anche le hard skills (come ad esempio i software utilizzati) e le soft skills (come ad esempio le capacità organizzative).
  • Offerta lavorativa: in questa sezione verrà presentata l’offerta per il candidato, come per esempio la RAL (retribuzione annuale lorda) e i benefit garantiti dall’azienda.
  • Come candidarsi: in questa sezione, infine, saranno inclusi i dettagli sulla candidatura, specificando se è presente una deadline o allegati da aggiungere.

A queste va aggiunto anche il titolo della posizione lavorativa, che normalmente viene concordato tra il responsabile HR e il responsabile del dipartimento di riferimento della risorsa.

La cosa importante, nello scrivere un annuncio di lavoro, sarà proprio l’allineamento con il manager del dipartimento, per comprendere a pieno le funzioni e le caratteristiche del candidato ideale. Sarà poi fondamentale saper trascrivere in maniera chiara le qualità richieste dalla posizione, creando una job description efficace, che attiri le risorse giuste.

Gli strumenti per la ricerca

Passiamo ora alla fase tecnica: quali sono gli strumenti che, in concreto, possono aiutare un responsabile HR a rendere il processo di ricerca dei candidati veloce ed efficiente.

Ci sono diversi elementi che aiutano nei processi di recruiting, rendendo tutte le fasi non sono più rapide, ma anche più efficaci. Eccone alcuni:

  • Portali di recruiting 
    Gli strumenti più ovvio sono, naturalmente, i portali di recruiting. Siti come LinkedIn, Indeed, Glassdoor o Monster ti permettono di pubblicare annunci di lavoro e raggiungere un vasto pubblico di potenziali candidati.
  • Pagina Carriere aziendale
    Una sezione “Carriere” ben progettata può fare una grande differenza su come i talenti percepiscono le offerte di lavoro della tua impresa.
  • ATS
    Un software ATS (Applicant Tracking System) è un’applicazione che si occupa di gestire l’intero ciclo di vita dell’assunzione dei futuri dipendenti, dalla creazione dell’annuncio di lavoro alla firma del contratto del candidato.
    Un software ATS ti aiuta, ad esempio, tenendo traccia di tutte le candidature ricevute, filtrandole in base a specifici criteri e automatizzando alcune fasi del processo di selezione, come l’invio di e-mail automatiche o la pianificazione dei colloqui.
  • IA
    L’Intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo del lavoro e da questo non esula il settore del recruiting. Grazie a pratici metodi, potrai rendere la ricerca dei talenti veloce ed efficace.
    L’ATS con IA integrata di Factorial, ad esempio, permette, tra le altre cose, di evidenziare i punti di forza dei CV di tutti i candidati con un riassunto generato dall’IA. Un altro esempio del potenziale dell’intelligenza artificiale è la facoltà di generare in pochi secondi intere offerte di lavoro inserendo nel prompt solo le skills e le qualifiche necessarie.

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  • Pubblicare le tue offerte di lavoro su più Job Portals contemporaneamente
  • Utilizzare l’IA per velocizzare lo screening dei CV e la creazione di offerte di lavoro
  • Molto altro ancora

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