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tutte le agevolazioni per il 2024


PMI innovative: di quali agevolazioni possono usufruire? Qual è la differenza con le PMI? Quali sono i principali incentivi del 2024?

Il mondo delle agevolazioni alle piccole e medie imprese italiane può essere complicato da navigare. Sono numerosi, infatti, gli strumenti attraverso i quali le aziende possono ottenere degli incentivi volti a favorire i business Made in Italy, come ad esempio sgravi fiscali o investimenti a fondo perduto.

Quali sono i più importanti nel 2024, a netto della nuova Legge di Bilancio? In questo approfondimento elencheremo le principali agevolazioni divise per settore e tutte i requisiti necessari per accedervi.

Cosa si intende per PMI e PMI innovative

Le PMI (Piccole e Medie Imprese) sono aziende italiane che rispondono a specifici requisiti di dimensione e fatturato. Nel dettaglio, devono impiegare meno di 250 dipendenti e fatturare o avere un totale bilancio annuo di meno di 50 milioni di euro.

Queste aziende si dividono in tre categorie: micro imprese (meno di 10 impiegati), piccole imprese (meno di 50 impiegati) e medie imprese (meno di 250 impiegati).

Quando entra in gioco, però, la dicitura di PMI innovativa? Per essere considerata PMI innovativa, l’azienda in questione si deve occupare di innovazione tecnologica, senza limiti riguardanti il settore di appartenenza.

Per accertare che una PMI appartenga a questa categoria, deve soddisfare almeno due criteri riguardo l’ambito dell’innovazione:

  • Spendere in ricerca, sviluppo e innovazione almeno il 3% del maggiore tra costi e valore della produzione.
  • Contare una quota di almeno un quinto della forza lavoro di dottorandi e ricercatori, oppure almeno un terzo di dipendenti in possesso di laurea magistrale.
  • Essere titolare o depositaria di almeno un brevetto o privativa industriale.

Come si diventa PMI innovativa

Una volta che si possiedono queste caratteristiche, come si diventa ufficialmente PMI Innovativa?

Per ottenere l’iscrizione alla sezione speciale delle PMI Innovative va presentata una domanda in forma telematica, con firma digitale. La domanda si avvia mediante una pratica di Comunicazione Unica al Registro delle Imprese.

Oltre alla domanda, sarà necessaria anche l’iscrizione nella sezione ordinaria del Registro delle imprese effettuata in sede di costituzione.

Le agevolazioni per le PMI

Come già spiegato in precedenza, sono numerosi i vantaggi per le PMI italiane, che possono usufruire di agevolazioni europee e nazionali.

La maggior parte degli incentivi non fa distinzione di categoria e si riferisce a tutte le piccole e medie imprese italiane, anche se ce ne sono alcuni specifici per le PMI innovative.

Proprio perché la lista di agevolazioni è lunga, specifica e complessa da navigare, il governo ha recentemente sviluppato un portale dedicato, completo di assistente digitale, per identificare tutti gli incentivi relativi agli interessi della propria impresa, aggiornati a seguito della Legge di Bilancio.

Andiamo a vedere, di seguito, le principali agevolazioni concesse a chi fa impresa in Italia, divise per categoria.

Agevolazioni PMI per la digitalizzazione e l’innovazione

Fondo di Garanzia per le PMI

Il Fondo di Garanzia è, forse, il più importante incentivo per chi fa impresa in Italia.

Il Fondo di garanzia è una misura messa in atto dallo Stato Italiano per sostenere le piccole e medie imprese, in modo da facilitare il loro accesso al credito. Il Fondo permette alle imprese, nel rispetto di alcuni requisiti specifici, la possibilità di usufruire della garanzia dello Stato per le somme di cui hanno bisogno.

Possono accedere al Fondo di Garanzia le piccole e medie imprese di qualsiasi settore, basate in Italia, che siano economicamente sane. Dal Fondo di Garanzia sono esclusi solamente i cosiddetti “settori sensibili”.

Nuova Sabatini

Come il Fondo di Garanzia, anche la Nuova Sabatini è una importante misura storica per l’imprenditoria italiana.

Questa agevolazione prevede lo stanziamento di fondi che abbiano l’obiettivo di supportare le PMI nell’acquisto di attrezzature, macchinari e impianti, ma anche software o tecnologie digitali.

Il finanziamento non deve superare i cinque anni e deve essere di una cifra inclusa tra i 20mila euro e i quattro milioni di euro.

Sono ammessi tutti i settori produttivi ad eccezione di quello inerente alle attività finanziarie e assicurative.

Il contributo del Ministero sarà del 2,75% per gli investimenti ordinari, del 3,575% per gli investimenti 4.0 e del 3,575%  per gli investimenti green (in relazione a domande presentate a partire dal 1° gennaio 2023).

Transizione 5.0

Questo piano, che precedentemente era noto come Transizione 4.0 (o Industria 4.0), è stato rifinanziato per il 2024, con un maggior focus sull’innovazione.

Esso garantisce incentivi per le imprese che investono in tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose (IoT) e la blockchain.

Nello specifico, prevede crediti d’imposta per investimenti in beni materiali e immateriali nuovi. Questi investimenti devono garantire una riduzione dei consumi energetici almeno al 3% per le strutture produttive oppure al 5% per i processi produttivi​.

Agevolazioni PMI per la sostenibilità

New Green deal

Il “New Green Deal”, riconfermato per il 2024, prevede agevolazioni finanziarie per realizzazione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione nell’ambito della transizione ecologica e dell’economia circolare.

Nello specifico, sostiene progetti  riguardanti:

  • Decarbonizzazione dell’economia;
  • Economia circolare;
  • Riduzione dell’uso della plastica e ricerca di materiali alternativi;
  • Rigenerazione urbana;
  • Turismo sostenibile;
  • Adattamento e mitigazione dei rischi derivanti dal cambiamento climatico.

Tramite questa agevolazione, le PMI posso accedere a:

  • Finanziamenti agevolati per il 60% dei costi dei progetti (finanziamento tra i 4 anni e i 15 anni);
  • Contributi a fondo perduto di varia natura, tra il 10 e il 15%.

Credito d’imposta per l’Economia Circolare

Questa agevolazione riguarda le PMI che si concentrano su progetti di economia circolare, che promuovono il riciclo e riducono l’impatto ambientale.

Tramite gli incentivi, le imprese potranno ricevere un credito d’imposta fino al 30% delle spese sostenute.

Agevolazioni PMI per lo sviluppo delle competenze

Formazione 4.0

Questa misura è relativa alla formazione del personale relativa al processo di trasformazione tecnologica e digitale.

Nello specifico, le PMI hanno accetto ad agevolazioni per la formazione professionale in specifici settori:

  • Big data e analisi dati;
  • Cloud e fog computing;
  • Sicurezza informatica;
  • Simulazione e sistemi cyber-fisici;
  • Prototipazione rapida;
  • Sistemi di visualizzazione, realtà virtuale e aumentata;
  • Robotica avanzata e collaborativa;
  • Interfaccia uomo-macchina;
  • Stampa tridimensionale o manifattura additiva;
  • Internet delle cose e delle macchine;
  • Integrazione digitale dei processi aziendali.

Per le aziende che vi aderiscono è previsto un credito d’imposta del:

  • 70% delle spese per le piccole imprese, con limite massimo annuale di 300mila euro;
  • 50% delle spese per le medie imprese, con limite massimo annuale di250mila euro;
  • 30% delle spese per le grandi imprese, con limite massimo annuale di250mila euro.

Fondo nuove competenze

Anche il “Fondo nuove competenze” si pone l’obiettivo di formare i dipendenti italiani su nuove tecnologie, digitalizzazione e sostenibilità.

In questo caso, si tratta di un contributo a fondo perduto per un massimo di 10 milioni di euro, relativo alla retribuzione oraria dei dipendenti che partecipano a progetti formativi, con una durata compresa fra le 40 e le 200 ore.

Agevolazioni PMI per il Sud

Nuova Sabatini Sud

La Nuova Sabatini, di cui abbiamo parlato nella sezione “Agevolazioni PMI per la digitalizzazione e l’innovazione“, ha una linea d’intervento dedicata alle regioni del Mezzogiorno.

Nello specifico, in questo caso il contributo del Ministero sarà per un massimo del 5,5%, invece che del 3,575%.

Resto al Sud

“Resto al Sud” è una misura fiscale studiata per sostenere le imprese del Mezzogiorno e del Centro Italia e incentivare la nascita di nuove.

Essa consiste in contributi economici (fino a 200mila euro), in parte a fondo perduto, per incoraggiare la formazione delle imprese da parte di soggetti che rispondo a determinati requisiti. Tra questi, i più importanti sono:

  • Residenti delle regioni incluse nel progetto, in età compresa tra i 18 e i 55 anni;
  • Non essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato;
  • Non essere già titolari di altre attività e non aver beneficiato di altri incentivi negli ultimi tre anni.

Decontribuzione Sud

Questa misura, dedicata alle regioni del Mezzogiorno, consiste nell’esonero contributivo per i datori di lavoro privati. La percentuale varia a seconda delle annualità e delle contribuzioni (sono esclusi dal calcolo i premi e i contributi Inail):

  • In misura pari al 30% fino al 31 dicembre 2025;
  • In misura pari al 20% per gli anni 2026 e 2027;
  • In misura pari al 10% per gli anni 2028 e 2029.

La misura sarà prorogata fino al 31 dicembre 2024.

PMI innovative: le agevolazioni dedicate per il 2024

Finora abbiamo visto quali incentivi possono sfruttare tutte le PMI. Andiamo però a vedere quali sono le agevolazioni dedicate per le PMI innovative, valide nel 2024.

Nella sezione specifica, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, elenca tutti gli incentivi specifici relativi a questo tipo di PMI:

  • Incentivi fiscali all’investimento nel capitale di PMI innovative;
  • Accesso gratuito e semplificato al Fondo di Garanzia per le PMI;
  • Esonero da imposte di bollo per gli atti depositati presso la Camera di Commercio;
  • Raccolta di capitali tramite campagne di equity crowdfunding;
  • Servizi di internazionalizzazione alle imprese (ICE);
  • Deroghe alla disciplina societaria ordinaria;
  • Proroga del termine per la copertura delle perdite;
  • Deroga alla disciplina sulle società di comodo e in perdita sistematica;
  • Remunerazione attraverso strumenti di partecipazione al capitale.

Smart&Start Italia

Infine, a quelle elencate sopra vogliamo aggiungere l’incentivo “Smart&Start Italia”, dedicato nello specifico alle Startup Innovative, localizzate su tutto il territorio nazionale, iscritte nell’apposita sezione speciale del registro imprese.

Smart&Start Italia finanzia piani d’impresa di importo compreso tra 100mila euro e 1,5 milioni di euro.

I piani d’impresa devono comprendere le seguenti categorie di spese:

  • Immobilizzazioni materiali quali impianti, macchinari e attrezzature tecnologici;
  • Immobilizzazioni immateriali necessarie all’attività oggetto dell’iniziativa agevolata, quali brevetti, marchi e licenze, certificazioni, know-how e conoscenze tecniche.
  • Servizi funzionali alla realizzazione del piano d’impresa, direttamente correlati alle esigenze produttive dell’impresa.
  • Personale dipendente e collaboratori a qualsiasi titolo che rispondono ai requisiti indicati all’articolo 25, comma 2, lettera h), numero 2), del decreto-legge n. 179/2012.



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tutto quello che bisogna sapere


Cos’è la Legge 104? Come funziona per i lavoratori dipendenti? Quali permessi si possono richiedere e in quali circostanze possono essere negati? Se stai cercando una risposta a queste domande, sei nel posto giusto.

Nella gestione delle risorse umane, HR manager e imprenditori devono avere a cuore la tutela dei propri lavoratori e questo include il riconoscere le esigenze personali e familiari dei propri dipendenti, nonché dei loro diritti.

Lo Stato Italiano garantisce una serie di tutele a favore dei lavoratori in situazioni di disabilità o che debbano farsi carico dell’assistenza di un familiare disabile. La Legge 104 va a definire nello specifico i requisiti e le agevolazioni spettanti in ogni singolo caso.

In questo articolo capiremo quindi meglio come funzionano la Legge 104 e i permessi a essa correlati, come richiederli e quali sono i diritti e i doveri per il dipendente e il datore di lavoro.

Cos’è la Legge 104?

La Legge 104 è una legge entrata in vigore nel 1992 che viene definita come la legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone diversamente abili. Lo scopo primario della legge è quello di tutelare i diritti delle persone affette da disabilità.

Questa legge, nel corso degli anni ha subito varie modifiche attuate da successive leggi e decreti legislativi. Rimane comunque tuttora il pilastro fondamentale a cui attingere per comprendere i diritti delle persone (e nel nostro specifico caso, dei lavoratori) affette da disabilità.

A chi è rivolta la Legge 104? Ecco come funziona

La Legge 104 è rivolta alle persone affette da disabilità. Con la nuova definizione stabilita dal Decreto Legislativo numero 62/2024 del maggio 2024, il ministero identifica la disabilità come “una duratura compromissione fisica, mentale, intellettiva, del neurosviluppo o sensoriale che, in interazione con barriere di diversa natura, può ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nei diversi contesti di vita su base di uguaglianza con gli altri.”

È “duratura” quella compromissione “che persiste nel tempo o per la quale è possibile una regressione o attenuazione solo nel lungo periodo“.

La legge tutela non solo le persone affette da disabilità ma anche i cosiddetti “caregivers”: i familiari più a stretto contatto che ne possano garantire l’assistenza e il supporto personale e psicologico.

Legge 104: permessi e agevolazioni

Per quanto riguarda la tutela dei lavoratori, la Legge 104 prevede delle agevolazioni lavorative che consistono principalmente in permessi retribuiti INPS.

I permessi della Legge 104 sono rivolti alle persone affette da disabilità, fisiche o psichiche, che abbiano difficoltà nel normale svolgimento e nell’integrazione lavorativa. La legge tutela sia tali lavoratori sia i dipendenti familiari di persone disabili, secondo alcuni parametri.

Chi ha diritto ai permessi?

Nello specifico, l’articolo 33 (e successive modifiche apportate dalla L. 183/2010 e dal D.lgs. 119/2011) prevede che i permessi in busta paga della Legge 104 spettino a:

  • lavoratori disabili in situazione di gravità (articolo 3, comma 3 della legge)
  • genitori di figli disabili in situazione di gravità e familiari fino al secondo grado di parentela: coniugi, parte dell’unione civile, conviventi di fatto, parenti o affini

Nel secondo caso, il diritto può essere esteso a parenti ed affini di terzo grado soltanto qualora il “caregiver” abbia già compiuto i 65 anni di età o sia affetto da patologie invalidanti.

In cosa consistono i permessi della Legge 104

La legge prevede una distinzione nel diritto al beneficio dei permessi retribuiti in base al soggetto destinatario. Nello specifico, viene effettuata una distinzione fra:

  • Fruizione da parte del lavoratore affetto da disabilità grave
  • Fruizione da parte del genitore di figli affetti da disabilità grave
  • Fruizione da parte dei familiari di persone affette da disabilità grave

Nel caso dei genitori, i permessi della Legge 104 includono anche il prolungamento del congedo parentale.

Il lavoratore con disabilità grave potrà beneficiare di:

  • riposi orari giornalieri di 1 o 2 ore, in base all’orario lavorativo
  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)

Il genitore di figli con disabilità grave di età minore di 3 anni potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)
  • prolungamento del congedo parentale, con diritto per tutto il periodo ad un’indennità pari al 30% della retribuzione

Il genitore di figli con disabilità grave di età compresa tra i 3 e i 12 anni potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)
  • prolungamento del congedo parentale, con diritto per tutto il periodo ad un’indennità pari al 30% della retribuzione

Il genitore di figli con disabilità grave oltre i 12 anni di età potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)

ll familiare di persona affetta da disabilità grave potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)

Il congedo straordinario della Legge 104

Oltre ai permessi lavorativi, la Legge 104 prevede quello che viene definito congedo straordinario: si tratta di un periodo di assenza dal lavoro retribuita. Spetta ai lavoratori dipendenti che debbano assistere familiari affetti da disabilità grave.

I requisiti per la domanda di congedo straordinario sono vari. Sicuramente è inclusa la convivenza con il familiare disabile. Può essere richiesto per un massimo di 2 anni, anche frazionabili in giorni.

Come richiedere i permessi per la Legge 104

I permessi che riguardano la Legge 104, come abbiamo visto, sono già previsti e ampiamente regolati dall’attuale normativa.

A essere regolato è anche l’intero processo per richiederli. Essendo una prestazione a sostegno del lavoro, la presentazione della domanda per avere accesso ai permessi della Legge 104 va effettuata all’INPS.

La domanda dovrà essere presentata per via telematica. Per la presentazione ci sono 3 possibilità:

  • attraverso i servizi telematici del portale web dell’INPS, accessibili tramite PIN richiamando il servizio di “Invio Online di Domande di Prestazioni a Sostegno del Reddito”.
  • attraverso un patronato o un CAF
  • Telefonicamente, tramite il Contact Center dell’INPS

Al datore di lavoro, invece, andrà presentato il numero di protocollo per conoscenza.

Dal momento della presentazione della domanda, verranno effettuati gli opportuni accertamenti in merito alla disabilità del soggetto richiedente e, una volta confermata l’accettazione della domanda, sarà possibile usufruire di tutte le agevolazioni previste.

Una volta ricevuto il diritto di usufruire della Legge 104, i dipendenti potranno usare le ore e i giorni di permesso per svolgere attività di aiuto e cura della persona disabile, incluso, ad esempio, fare la spesa o andare in farmacia.

È bene tenere presente che i lavoratori devono necessariamente usufruire dei permessi nel corso del mese, senza possibilità di portare il residuo non fruito nei mesi successivi.

Il datore di lavoro può negare il permesso?

Ma il datore di lavoro, di fronte a una richiesta del dipendente, può negare le ore di permesso relative alla Legge 104? No, questi giorni di permesso sono un diritto sancito dalla legge e vanno necessariamente approvati.

Il datore di lavoro, quindi, in nessun caso può negare al dipendente questo tipo di permesso, ma può impegnarsi a creare un rapporto di reciproco rispetto e collaborazione con i propri lavoratori, stabilendo una procedura per la programmazione dei permessi e un eventuale preavviso, in modo che l’impatto sulla vita aziendale sia minimo.

Va specificato, però, che nel caso in cui il dipendente tutelato dalla Legge 104 avesse bisogno di un permesso urgente senza preavviso, avrà tutto il diritto di inoltrare la richiesta tramite l’INPS a prescindere dal regolamento interno.

Uso improprio dei permessi

Il datore di lavoro, invece, verrà tutelato nel caso in cui i permessi previsti dalla Legge 104 vengano usati in maniera impropria.

Questo significa che il dipendente, dopo aver richiesto il permesso, lo sfrutta per attività diverse dal prestare assistenza al parente disabile, come ad esempio per svolgere un secondo lavoro.

Questo comportamento del dipendente rappresenterebbe una vera e propria frode e legittimerebbe il datore di lavoro ad avviare le procedure per il licenziamento per giusta causa.



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